di H.Mriga
b) Il Ciclo Cainita
Secondo la Bibbia, Eva concepisce 3 <Figli>: Caino, Abele e Seth. Il secondo muore per mano di Qayin, ma al suo posto vien generato Lamech. Interessante il fatto che codesto primo Lamech (corrispondente al primo Rama degli indú) non nasce da Abele (Hevel), bensí dalla stirpe cainita. Questo tuttavia non concorda colle fonti indiane, che fanno nascere viceversa la figura a lui corrispondente (Paraśu-rāma) da una famiglia brahmanica, quella di Jamadagni. Se Lamech corrisponde anche sul piano etimologico a Rama, a chi potrebbe corrispondere Hevel? Senza dubbio a Jamadagni, il padre, di Parashurama, indipendentemente dalla diversa collocazione familiare fra la tradizione puranica e quella biblica. Arma simbolica di Jamadagni è il Tridente, arma di Paraśu (var.Parśu, da cfr. col gr.Perseús, lat. Perseus/ Persēus) la Bipenne. Perché proprio codeste corrispondenze lo vedremo piú avanti, al §c. Per ora ci basti capire che Abele, non meno di Caino, dà vita ad un ciclo culturale. Se la Genesi lo nega è per ragioni che dobbiamo ancora stabilire. Circa Qayin è giusto partire innanzitutto dal nome. Un testo posteriore a quello biblico (22) lo fa derivare da qaneh (‘canna, stelo’) e riteniamo, da parte nostra, sia la giusta etimologia. In latino abbiamo un sostantivo analogo, cāla, e proprio tale nome può esser rapportato a càelus (‘cielo’); di cui il scr.kāla (‘tempo’) costituisce un parallelo in terra indiana, talora anche personificato non meno dell’arcaico termine latino (23). Kāla, il tempo personificato, si richiama infatti al Kāladaṇḍa ovverosia l’Axis Mundi. S’intende, che questo è l’Asse del Kālacakra, la ‘Ruota del Tempo’; ma è chiaro che la voce Kāla per un verso è relazionabile al concetto di assialità nel senso appena indicato, per un altro al concetto opposto e complementare di ciclicità. Il che vale, evidentemente, anche per Càelus. Tant’è che, come abbiamo dimostrato nella nostra prima tesi di laurea (24), il scr.kāla (‘tempo’) equivale nell’etimo al gr.ký-klos (‘ciclo’), raddoppiamento iniziale della prima consonante a parte. Come avviene spesso in entrambe le lingue, greco e sanscrito, a livello del perfetto. Un ciclo è per l’appunto una fase cronologica del tutto conchiusa.
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Se Caino è stato paragonato
nella tradizione ebraica a Satana, non è infatti solamente per questioni etiche
siccome personificazione del ‘Primo Omicida’; non meno del successivo Seth,
nome avente il doppio significato di ‘fondamento’ e di ‘rovina’ (25), Caino è il prototipo umano di
Crono, sia nel suo aspetto positivo che negativo. E Crono è parallelo al dio semitico `Ēl secondo Filone di Biblo, scrittore greco del I-II
sec. d.C., et al. Il fenicio `Ēl veniva
per questo ritratto cornuto (26),
poiché incarnava un nume di tipo cieli-solare – vale a dire di natura
ciclico-planetaria - e d’altra parte
Krónos significa non a caso ‘Cornuto’ (27). L’umanità cainita, una singola figura
leggendaria valendo per un intero ciclo umano tanto nella mitologia ebraica
quanto in quella greco-latina, aveva in altre parole quale divinità-guida il
dio El-Crono (28); parimenti a come
l’umanità adamica possedeva quale vertice numinoso Yahweh, il Giano ebraico (29). Lo sdoppiamento della figura divina, fra Càelus e Sōl in sostanza, oppure fraSōl e Lūnus (piú tardi fra Sōl e Sāturnus
Nella mitologia puranica al posto del biblico Qayin troviamo Vāmana, lett. il ‘Nano’, presiedente al V Ciclo Avatarico. Vi sono molti particolari che potrebbero spingerci ad identificare le due figure, dato che per un popolo di agricoltori come quello autoctono indiano il fatto di rappresentare il primo signore agrario (sarebbe meglio dire “orticolo”) si presentava come fattore decisamente positivo, mentre per un popolo nomade quale quello israelitico era il signore della pastorizia a rivestire il medesimo ruolo. Dunque nella Genesi vediamo Yahweh respingere, senza che ce ne sia spiegato bene il motivo (31), le “scarse” offerte di Caino. Ciò che scatenerà l’ira di Caino contro il fratello, benedetto da Yahweh per l’offerta di primizie pastorali. Ovvio che per i nomadi l’oblazione di giovani animali da pascolo fosse tenuta in maggior considerazione delle primizie orticole, o meglio dei semi vegetali (32), ma non è lecito attribuire gli stessi gusti alla Divinità. In realtà Caino-Vamana è superiore a Lamech-Rama (o, se si vuole ad Abele), questo afferma esplicitamente la simbologia avatarica. Sono d’altronde i Cainiti, e non tanto Caino in persona (33), a produrre negli Abeliti o
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Lamechiti che dir si voglia – nella tradizione induista sono praticamente quasi la stessa cosa, poiché Rama-Lamech è figlio di Jamadagni-Abele – quell’irritazione spirituale che li spingerà a combattere i primi.
Stando alla tradizione
induista, non esclusivamente a Gen.-
iv. 23-4, l’uccisione di Qayin da
parte di Lamech va concepita in
codesta direzione; rappresenta cioè la fine del VI Periodo Avatarico,
provocante l’inversione del simbolismo polare (34). Il mitologema legato all’esaltazione di Vāmanāvatāra ci testimonia che il problema
sorto nel ciclo successivo fra Brāhmaṇa (Sacerdoti) e Kṣatriya
(Guerrieri) era un problema già presente nel ciclo precedente. È il Re Bali
colà a fungere da avversario dell’Avatara-fanciullo, così come il Re Kārtavīrya opprimerà poi la famiglia di Rāma. Poco ci dice invece la tradizione ebraica,
dato che deriva da quella sethita per via noaico-semitica, sul Ciclo
Cainita. Asserisce addirittura nei testi
apocrifi che Caino era stato generato in Eva da Satana (35), il che è impossibile, poiché
la radice del nome dell’uno è di gran lunga antecedente a quella del nome
dell’altro.
Evidentemente la cosa risente della contesa fra Cainiti e Sethiti durante il Ciclo Sethita, ma si trattava in ogni caso d’un cainismo di riporto, non del vero cainismo. Poco d’altronde è spiegato riguardo le due gemelle concepite da Adamo ed Eva, ricoprenti il ruolo di spose dei loro primi due figli, o gemelli secondo alcune versioni della leggenda post-paradisiaca (36). Una versione fa di ciò il vero motivo dell’uccisione del fratello, colla scusa che Caino non voleva cedere la gemella Lebudha ad Abele siccome era più leggiadra di Qelimath, gemella dell’altro. Sulla pretesa che i due figli siano stati concepiti prima della Cacciata non stiamo ad indagare. Si ha qui a che fare con una trasposizione mitica, come quella che nell’Ermetismo fa di Saturno anziché di Giano il signore dell’Età dell’Oro.
Evidentemente la cosa risente della contesa fra Cainiti e Sethiti durante il Ciclo Sethita, ma si trattava in ogni caso d’un cainismo di riporto, non del vero cainismo. Poco d’altronde è spiegato riguardo le due gemelle concepite da Adamo ed Eva, ricoprenti il ruolo di spose dei loro primi due figli, o gemelli secondo alcune versioni della leggenda post-paradisiaca (36). Una versione fa di ciò il vero motivo dell’uccisione del fratello, colla scusa che Caino non voleva cedere la gemella Lebudha ad Abele siccome era più leggiadra di Qelimath, gemella dell’altro. Sulla pretesa che i due figli siano stati concepiti prima della Cacciata non stiamo ad indagare. Si ha qui a che fare con una trasposizione mitica, come quella che nell’Ermetismo fa di Saturno anziché di Giano il signore dell’Età dell’Oro.
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Note
(22) Grav. & Pat., op.cit., p.108, n.6; cfr. anche §14.d, p.105.
(23) Se il vocabolo è arcaico, la personificazione sembrerenbbe tarda, del tempo
imperiale; ma personalmente siamo convinti che se ne sia perduta
storicamente una analoga, poiché il velo che avvolge il capo del nume è un
rimando di tipo preistorico e persino shamanico.
(24) G.Acerbi, Kālacakra. La Ruota Cosmica- Univ.St. di Venezia (Ca’ Foscari) 1985, Cap.I, pp. 2-3.
(25) R.Guénon, Simboli della Scienza sacra- Adelphi, Milano 1975 (ed.or. Symboles fondamentaux de la Science Sacrée-
Gallimard, Parigi 1962), §20, p.128.
(26) G.Garbini, Le religioni della Siria antica, §3, p.204, ill. n.num.; apud
Storia delle religioni- Utet, Torino
1971, Vol.sec.
(27) G.Acerbi, Le arcaiche figure tricorni nella
glittica della Civiltà dell’Indo e nell’arte rupestre del subcontinente indiano- Valcamonica
Symposium ‘93 ( Prehistoric and Tribal Art- SYMBOL AND MYTH ), Temù (BS)
6-11 ott. 1993, §b. 4.i. p.32.
In tale scritto facevamo riferimento a Guen., op.cit., §28, pp. 170-1.
(28) Volendo distinguere fra i due, è
chiaro che Crono alludeva al Cielo, ed il fenicio ’Ēl
(var. Hel in lingua siro-palestinese
s enon andiamo errati, dove l’h è una trascrizione in caratteri latini
dello spirito aspro, come dal greco) al Sole.
Difatti, Elio (gr.Hēlios)
ciclicamente s’identifica a Crono, appellativo
designante più un ente celeste e temporale che non solare e luminosa. La loro identificazione è dovuta al fatto che entrambi erano delle ipostasi del nume settenario dell’Età dell’Argento. Crono, si dirà per contro, è però figlio di Urano; mentre El subentra all’oceanico Yam, il che è una maniera drammatica per sostenere la sua discendenza divina. Yam d’altronde sostiene un ruolo nella mitologia siro-palestinese non troppo dissimile da quella di Yama nella mitologia indiana e se, all’interno di questa, costui svolge un ruolo analogo a quello dell’oceanico Varuṇa altrettanto si può affermare dello Yam siro-palestinese nei confronti dell’Ouranós greco. L’unica differenza è che in area medio orientale Oriente è Varuṇa ad aver a che fare colle Acque e non Yama, mentre in area
mediterraneo-vicino orientale è Yam al posto di Urano. Ciò si spiega facilmente, poiché l’oceano veniva anticamente concepito per la sua vastità come il mondo della morte, tant’è vero che i morti venivano nei primordi posti su zattere od
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imbarcazioni
lasciate galleggiare sulle acque senza meta.
Di qui l’affinità fra il dio delle acque marine od oceaniche (Urano,
Varuna) ed il Primo Morto, divenuto in seguito il dio della morte (Yam, Yama).
designante più un ente celeste e temporale che non solare e luminosa. La loro identificazione è dovuta al fatto che entrambi erano delle ipostasi del nume settenario dell’Età dell’Argento. Crono, si dirà per contro, è però figlio di Urano; mentre El subentra all’oceanico Yam, il che è una maniera drammatica per sostenere la sua discendenza divina. Yam d’altronde sostiene un ruolo nella mitologia siro-palestinese non troppo dissimile da quella di Yama nella mitologia indiana e se, all’interno di questa, costui svolge un ruolo analogo a quello dell’oceanico Varuṇa altrettanto si può affermare dello Yam siro-palestinese nei confronti dell’Ouranós greco. L’unica differenza è che in area medio orientale Oriente è Varuṇa ad aver a che fare colle Acque e non Yama, mentre in area
mediterraneo-vicino orientale è Yam al posto di Urano. Ciò si spiega facilmente, poiché l’oceano veniva anticamente concepito per la sua vastità come il mondo della morte, tant’è vero che i morti venivano nei primordi posti su zattere od
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(29) H.Mriga, L’etimo di Yahweh- Nel nido del Simorgh, blog (in prep.).
(30) Si distingua fra Unicità Divina,
concetto primordiale, ed Unità Divina, concetto tardo. In proposito si veda il nostro scritto
indicato nella P.I dell’art., alla n.9 (§1, pp. 1-2).
(31) Una spiegazione per la verità è
data (Grav. & Pat., op.cit., §16.b, pp. 110-15), ma è debole, sebbene in
sostanza dipinga Caino come un reo miscredente, egoista e negatore dell’Eternità
e della Misericordia Divina. Nella
storia si presenta addirittura la Divinità come vogliosa di sterminare Caino e,
per il rifiuto di Abele, finisce per pagare il mancato omicidio l’altro
fratello. Ma, persino in mezzo a codeste
trame leggendarie, s’intravede la verità: Abele è rimasto maggiormente fedele
ai costumi adamici, Caino è piú prossimo a quelli evaici. Difatti è Caino che pentito inventa la
meditazione, allorché Yahweh gli pone un Corno sulla fronte (ibid., §i, p.115) a sua difesa – cfr. col Ṛ ṣ ś ṛ ṅ g a
hindu – e torna in gloria. Dal momento
che la meditazione è il mezzo per ripristinare interiormente le condizioni
primeve.
(32) Op.cit., p.108, n.6.
(33) Quanto di negativo attribuisce al
personaggio la tradizione ebraica può essere accreditato ai Cainiti solamente
nella loro degenerazione successiva al Cainismo originario, di cui la
tradizione indiana esalta infatti gli indubbi aspetti positivi nella mitologia
dello Shivaismo meridionale. Del resto
anche la tradizione ebraica, in fin dei conti, finisce per riscattare
Caino. Cfr. n.prec.
(34) G.Acerbi, Il mito del Gokarna ed il drammatico agone fra Perseo e Medusa-
Alle pendici del M.Meru, blog (17-01-13), pp. 14-5, n.27.
(35) Grav. & Pat., op.cit., § 14. a-b, p104. Il Demonio in
effetti è presente nel Paradiso Terrestre, almeno nel Ciclo Evaico, ma non ha
il nome di Satana. Ne è un prototipo,
chiamato talora Samaele; in questo caso, allora, la diversa genealogia è
lecita, giacché è chiaro che Caino non proviene dal Ciclo Adamico, bensí da
quello Evaico.
(36) Op.cit., §§ f-g, pp.
105-6.
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